la glass collection
La collezione degli oggetti in
vetro, è forse la parte più importante del museo. Possiamo configurare per
argomenti i seguenti gruppi:
- Vetri veneziani
- Vetri di Boemia (Biedermeier)
- Boites o caves a liqueur
- La bottiglia da vino
- Vetri vari del vino
Vetri veneziani
Collezionare vetri veneziani
d’epoca è una grande impresa, in quanto gli oggetti sono molto fragili.
La collezione annovera molti
pezzi cosiddetti “da parata”, ossia creati come arte e non per uso comune,
bottiglie in vetro lattimo, boccali, piatti da mensa, acquarecci, lavadita,
bottiglie albarelli da farmacia, statuine di personaggi inventati come
arlecchini, maschere veneziane, oggetti di fantasia.
Vetri di Boemia
Sono i cristalli più famosi
nel mondo. Fusi, incamiciati, intagliati, incisi, veri e propri capolavori
dell’artigianato artistico. Si possono ammirare incisioni su vetro bianco,
vetro a smalto nei quali l’uva e bacco ricorrono molto frequentemente. Il vetro
viene fuso con una certa quantità di piombo. Lo spessore, la durezza e la
dimensione rendono facile l’incisione all’artista.
Cave a Liqueurs
Si tratta di piccole scatole,
artisticamente lavorate, decorate con intarsi in ottone, madreperla, legni a
diverse colorazione. Contengono tutte quattro bottiglie per liquori e quindici
bicchierini. Venivano usate sulle carrozze dei nobili, per i lunghi viaggi. Sono
di origine francese e inglese.
Le bottiglie da vino
Un tempo il vino veniva
conservato e commercializzato in piccoli fusti di legno, anfore in terracotta,
otri di cuoio, vasellame vario. Al momento del servizio veniva travasato in
boccali o bottiglie e servito a tavola. Questo sistema era poco pratico e non
garantiva la qualità finale del prodotto. Nel 1653 un nobile inglese pensò di
produrre su larga scala bottiglie e vendere il contenuto con contenitore. La
data è certa in quanto sulla bottiglia veniva fuso in vetro il sigillo con il
monogramma del nobile o con la data di produzione. Mi direte, come mai in
Inghilterra? La domanda è pertinente e la risposta facile. Gli inglesi a quel
tempo erano i padroni del mondo. Oltre al lori Whisky erano praticamente
proprietari del distillato dei Caraibi (Rum), del Porto, dello Sherry, del
Marsala, del Malaga, del Madeira. Commerciavano moltissimo coi vini di Bordeaux
e della Borgogna. Le bottiglie erano molto fragili, in quanto la silice era
fusa con fuoco a legna, ossia a 500°C o poco più. Solo più tardi la temperatura
si elevò usando il carbone della legna,
quindi con carbone fossile e infine, ai nostri giorni con gasolio. Ora le
temperature si avvicinano ai 900°C e più. Dall’Inghilterra a fine ‘600 la
bottiglia passò in Francia, nella regione della Champagne-Ardenne. Solo verso
il 1730 arrivò in Italia, nella zona di Poirino, vicino a Torino, quindi in
Austria, Germania, Spagna, Portogallo ecc…
La nostra collezione di
bottiglie dispone di quattro bottiglie del ‘600, più di trecento del ‘700 e,
una quantità notevole dell’ ’800. La raccolta termina con il passaggio della
soffiatura dalla bocca del soffiatore alla macchina.
Vetri vari del vino
Il museo è poi arricchito da
una grande quantità di altri vetri soffiati, come damigiane da vino, da
conserve e vari contenitori. Quindi i quarti di brenta piemontesi e bottiglie
raffiguranti personaggi storici, animali, monumenti ecc…